Alla scoperta del Genoa, squadra più insidiosa di quanto dicano i risultati
Scopriamo il Genoa di Patrick Vieira, la squadra ligure affronterà il Napoli nella sesta giornata del campionato di Serie A 2025-2026.

Il prossimo ostacolo per il Napoli di Conte prima della sosta per le nazionali si chiama Genoa, ultimo in classifica, ma squadra che grazie al sapiente lavoro di Patrick Vieira si è dimostrata spesso ostica, specie nella scorsa stagione. E d’altra parte, anche per i partenopei la gara di ritorno del campionato scorso, quella che avrebbe potuto sancire la quasi ufficialità del titolo, fu indigesta a causa di un 2 a 2 casalingo frutto di due reti di testa dei due centrali difensivi Ahanor e Vasquez, capaci di perforare una difesa che fino a quel punto non aveva mai preso gol di testa (unica in Europa).
Alla scoperta del Genoa
La stagione 2024/25 del Genoa era stata disastrosa fino alla seconda metà di novembre quando, con la squadra appena due punti sopra la zona retrocessione, la dirigenza si vide quasi costretta a sostituire Alberto Gilardino, che così bene aveva fatto nelle stagioni precedenti con la promozione in A e una brillante salvezza ottenuta nella prima stagione nel massimo campionato, con Patrick Vieira. Quest’ultimo, accolto tra lo scetticismo generale, è stato in grado di dare fin da subito una scossa alla squadra, inanellando una serie di risultati utili in fila che hanno spinto il Genoa verso una salvezza molto tranquilla, permettendo gli esordi di alcuni giovani interessanti, come Ahanor, poi ceduto all’Atalanta, e Venturino. Un risultato migliore, considerando le difficoltà di inizio stagione e le ambiguità societarie, era difficile sperare rispetto al 13° posto finale. Vieira ha portato entusiasmo e mostrato grande carisma: senza mai alzare la voce è riuscito a portare dalla sua parte l’ambiente e a farsi ascoltare dai giocatori. Il tutto è avvenuto mentre era in atto un turbolento cambio societario, con il passaggio concretizzato a fine 2024 da 777 partners, che comunque mantiene il 24% delle quote, a Dan Sucu, il nuovo proprietario. Ma se l’assetto societario non dava e forse no dà ancora certezze, la guida tecnica ha agito in maniera diametralmente opposta. Pare infatti che a inizio giugno Vieira abbia, sia pur garbatamente, respinto un corteggiamento dell’Inter, che lo voleva in panchina al posto di Inzaghi, ribadendo la sua volontà di continuare con il Genoa, dando stabilità a una squadra che ne aveva e ne ha davvero bisogno. Una fiducia ripagata anche dai tifosi, che hanno fatto segnare il record storico di abbonamenti (oltre 28mila).
Ma la cura Vieira ha avuto quale base di partenza tattica l’adozione del pressing difensivo come arma. In poco tempo Vieira è riuscito a dare alla squadra una precisa identità tattica e da lì si riparte. Con lui in panchina il Genoa, che sotto la gestione Gilardino aveva funzionato con un blocco basso e un gioco di ripartenze, è diventato una macchina da pressing. Nessuna invenzione particolare, sia chiaro, né tanto meno un’idea particolarmente innovativa: ormai sempre più squadre, anche tra le “piccole”, scelgono di giocare in questo modo, di prendersi dei rischi anche alzando molto la propria difesa, per rendere difficile la prima costruzione agli avversari. Ma bisogna farlo bene, e dalla scorsa stagione il Genoa ha dimostrato di saperlo fare molto bene. Da questo punto di vista i dati sono alquanto significativi: dall’arrivo del tecnico transalpino il Genoa ha visto schizzare i propri numeri per quanto riguarda PPDA, aggressioni, tackle e tutto ciò che contraddistingue il pressing. Dall’arrivo di Vieira alla fine del campionato, il Genoa è stato terzo per PPDA (10,18 contro il 10,99 del Napoli campione, sesto in questa metrica), secondo per recuperi grazie alle riaggressioni e secondo per azioni aggressive (cioè contrasti, pressioni e falli entro due secondi da una ricezione avversaria). Affinché possa funzionare al meglio, il pressing del Genoa ha bisogno dell’applicazione di tutti, ma fondamentale risulta soprattutto il lavoro dei due centrocampisti - Frendrup, uno dei migliori "intenditori" della Serie A e Masini, entrato tra i titolari proprio con Vieira per la sua inesauribile energia senza palla - e dei due centrali difensivi, chiamati a difendere in zone di campo non convenzionali ed essere molto aggressivi. Non a caso per sostituire De Winter, ceduto al Milan, è arrivato Ostigard, ex Napoli, e difensore centrale fisicamente strutturato e molto abile nei duelli, che insieme a Vasquez completa la coppia. Dalla loro capacità di “reggere” passano molte delle possibilità del Genoa, a cui però mancano sostituti all’altezza.
FASE OFFENSIVA DEFICITARIA
Un po’ perché obbligata dal fatto che la squadra della scorsa stagione era costruita da diversi prestiti, un po’ per scelte di mercato, il Genoa ha cambiato molto in estate. Non ci sono più Pinamonti, tornato a Sassuolo, Miretti, che era in prestito secco dalla Juventus, e De Winter. Sono partiti anche Badelj, Bani, Zanoli e Cornet, tutti giocatori che hanno avuto un ruolo più o meno importante la scorsa stagione (oltre al giovanissimo Ahanor, ceduto all’Atalanta). Molto è stato fatto però anche in entrata, soprattutto per l'attacco: per sostituire Pinamonti è arrivato Colombo; mentre Gronbæk, Stanciu e Valentin Carboni sono stati scelti per aumentare il tasso tecnico e le opzioni sulla trequarti, dove l’anno scorso ci sono stati diversi problemi nella gestione del pallone (il Genoa è stato ultimo per passaggi riusciti nella trequarti avversaria, terzultimo per tiri in porta); mentre Ellertsson dovrebbe giocarsi con Masini il posto accanto a Frendrup. Al momento Vieira sta avendo quale maggiore difficoltà quella di integrare tutti questi cambiamenti e migliorare i limiti della scorsa stagione, limiti legati soprattutto nella gestione del pallone, fase in cui si è sentita non poco la mancanza di un regista, o comunque di un centrocampista capace di dare ritmo alla squadra e facilitare l’uscita del pallone dalla difesa. Vieira, allenatore cresciuto in ambienti di gioco di posizione, ha provato anche a schierare Malinovskyi tra i due centrocampisti per avere un giocatore più adatto al palleggio oppure ad abbassare il raggio d’azione di uno dei trequartisti, ballando tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3 (due moduli comunque simili).
Al momento l'idea è quella di provare ad aumentare la pericolosità offensiva puntando su trequartisti con gol e assist in carriera, cosa che è mancata lo scorso anno, ma, almeno in questo primo scorcio di stagione, miglioramenti tardano a venire, con l’attacco genoano che figura il peggiore in Serie A con soli due gol all’attivo. Per Gronbæk, che in pre-campionato ha fatto vedere di avere grande qualità sia in rifinitura che in finalizzazione, bisognerà capire come saprà adattarsi alla Serie A. Dopo aver fatto le fiamme col Bodo (28 gol in 2 anni), la scorsa stagione ha avuto parecchie difficoltà in Ligue 1. Stessa cosa si può dire di Stanciu e Carboni, per motivi diversi. Il primo ha 32 anni, grande esperienza, una carriera brillante, ma tutta in campionati minori; il secondo, dopo aver fatto vedere bei lampi col Monza, ha giocato troppo poco per essere giudicato. La speranza di Vieira, e dei tifosi, è di poter avere Malinovskyi “sano” per tutta la stagione, dopo il terribile infortunio che gli ha fatto perdere praticamente tutta l'ultima stagione. Certamente non è più il giocatore visto all’Atalanta, ma rimane una garanzia per quanto riguarda la produzione offensiva, grazie a un sinistro che in Serie A hanno in pochi. Con Messias poco utilizzato da Vieira, anche a causa di noiosi problemi fisici, l’unica altra certezza è Thorsby, che può agire sia a centrocampo che come trequartista centrale. Il norvegese però non è un calciatore creativo e la sua utilità si risolve nei duelli aerei e nella generosità nel pressing. Nel reparto offensivo poi è cambiato anche il centravanti: Colombo, anche, ha grandi numeri per quanto riguarda il pressing, è abile nell’attaccare la profondità, ma non è un numero 9 prolifico. Lo scorso anno a Empoli ha segnato 6 gol da 5.9 xG, contro i 10 di Pinamonti con 7.7 xG e non è facile pensare sia un miglioramento, anche se parliamo di un attaccante giovane, con margini di crescita. Per sua idea di gioco poi il Genoa attacca moltissimo con i cross, soprattutto a sinistra con Martin, lo scorso anno re degli assist su cross, ma anche dall’altro lato dove la rivelazione Norton-Cuffy ha già preso il posto a Sabelli. Tuttavia Colombo non sembra il riferimento ideale per questo tipo di attacco (un centravanti alla Retegui, per dire). C’è da dire che la sua alternativa, Vitinha, sembra ancora meno affidabile.
CONCLUSIONI
La stagione del Genoa è partita con alcune certezze, ma anche molte incognite. La fiducia intorno a Vieira sembrava poter spingere la squadra a fare meglio della scorsa stagione, ma l’inizio di stagione ad handicap lascia non poco preoccupati i tifosi del “Grifone”, che hanno visto i propri beniamini racimolare appena 2 punti, frutto di 2 pari, uno a Como e uno in casa contro il Lecce, e con ben 3 sconfitte, senza mai vincere, senza contare il fatto che il Genoa non è ancora andato a segno a Marassi in campionato ed ha il peggior attacco del torneo. In un quadro del genere, per vincere le partite sembrano non bastare l’efficienza nel pressing e l’aggressività in fase difensiva.






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